L’impresa della Discesa del Danubio a remi era stata affrontata con successo anche nel 2019, in un tratto diverso del grande fiume. Riccardo Dezi e Giulia Benigni, Presidente e Vicepresidente del Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma e tecnici di Canottaggio di IV livello Europeo, l’hanno intrapresa anche quest’anno, conducendo da Linz a Vienna un gruppo INCLUSIVO ed INTERNAZIONALE, che ha visto, accanto ad una compagine dei Master del Circolo Canottieri 3 Ponti, la presenza di atleti diversamente abili, italiani e austriaci, per la maggior parte non vedenti o ipovedenti: 4 equipaggi da 8 con timoniere, seguiti in tutto il tragitto dagli organizzatori e dallo Staff, con Monica Magini, con 2 motoscafi d’appoggio. Ciascun equipaggio era composto per il 25% dei vogatori da atleti del PARAROWING.
Un’impresa complessa
Fondamentale per la complessità dell’organizzazione il sostegno della FONDAZIONE TERZO PILASTRO-INTERNAZIONALE, che, sotto la guida del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, fautore convinto del “no profit” come unica alternativa valida alla crisi dello Stato e del mercato nel fronteggiare le esigenze imprescindibili della collettività, opera nei campi della sanità, della ricerca scientifica, dell’assistenza alle categorie sociali deboli, dell’istruzione e formazione, dell’arte e della cultura, con funzione anche di trait d’union tra i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Da sempre attenta alla importanza della diffusione dei valori più alti legati allo Sport, come quelli della inclusione e dell’integrazione, la Fondazione ha scelto anche quest’anno di appoggiare il Circolo Canottieri 3 Ponti in questa impresa, che a quei valori fortemente si richiama.
La Discesa a remi di un fiume con il Danubio, percorso da correnti e attraversato da grandi navi, con equipaggi come questi, non è infatti una cosa che si improvvisa. Sulla stessa barca ci sono atleti che parlano lingue diverse e atleti diversamente abili. I due allenatori, tuttavia, svolgono regolarmente attività remiera sia con atleti diversamente abili che normodotati. Riccardo Dezi è Direttore Tecnico del settore Pararowing del Circolo Canottieri Aniene e allenatore dell’equipaggio societario PR3 vincitore della medaglia di bronzo ai Campionato Mondiali del 2017 a Sarasota composto da Paola Protopapa, Lucilla Aglioti, Tommaso Schettino e Luca Agoletto. Inoltre, sono impegnati nell’attività agonistica per la Asd CC 3 Ponti due atleti del Pararowing: Marco Carapacchio e Daniela De Blasis. Proprio in ragione di questa specifica professionalità ed esperienza, Dezi e Benigni hanno tentato di nuovo l’impresa, che si è conclusa il 1 agosto scorso con un altro, annunciato, successo.
La regata
Cinque le tappe della regata per un totale di circa duecentocinque chilometri. Martedi 28 luglio, da Linz, ha preso il via ufficialmente la Discesa, con una prima tappa di 55 km, terminata a Grein. Mercoledì 29 luglio gli atleti hanno percorso a remi i 45 km che li separavano da Melk. Giovedì 30 luglio la terza tappa, di soli 25 km, finita a Durnstein. Venerdì 31, partiti da Durnstein, gli equipaggi hanno raggiunto la città di Tulln a 45 km di distanza. La mattina di sabato 1° agosto l’imbarco del gruppo che ha affrontato l’ultima tappa di 30 km fino a Vienna.
A bordo con gli atleti
Il 28 luglio la prima tappa da Linz a Grein: i 4 equipaggi dopo le foto ufficiali di rito, sono partiti da Linz intorno alle 8 del mattino. All’avvio della regata l’equipaggio del Pararowing e dei loro accompagnatori era composto da: Luca Agoletto, Richard Sellinger, David Erkinger, Marco Carapacchio, Claudia Rauch, Paola Pomponi, Giusy Nuzzo, Daniele Stefanoni. Al timone, Florian Kremslehner. Per percorrere i 55 chilometri previsti hanno impiegato poco più di 7 ore, soffrendo sicuramente per un caldo anomalo, senza incontrare però particolari problemi in questo primo segmento, attraversando anche due chiuse, con un fiume fermo, percorso meno del solito da correnti. Dopo le chiuse il tratto più faticoso, un lungo rettilineo di circa 10 chilometri e poi gli ultimi 15 km fino a Grein. La seconda tappa il 29 luglio, da Grein a Melk. Dopo la visita al Castello gli equipaggi, rimescolati dagli allenatori per ottimizzarne la prestazione, si sono imbarcati alla volta di Melk. Decisamente migliori le condizioni atmosferiche: qualche grado in meno di temperatura percepita, alcuni nubi ad oscurare il sole, e soprattutto un fiume più stretto, con correnti, più veloce, che ha reso la navigazione un filo meno faticosa. Molto piacevoli e agiografici i paesaggi e due le chiuse attraversate anche in questa tappa, da dove si affacciava un bel pubblico interessato al passaggio delle barche. Attimi di preoccupazione in una delle chiuse, superata accanto ad una chiatta di grandi dimensioni. Cinque ore e mezza e 45 chilometri percorsi hanno brillantemente condotto gli equipaggi a Melk. Giovedi 30 luglio, la terza tappa: l’imbarco alle 14.30 alla volta di Durnstein, tratto di “soli” venticinque chilometri di fiume, ma molto pericoloso perché frequentato dalle grandi navi, il che ha richiesto la scorta della Polizia navale fino alla meta. Lungo il percorso un altro assaggio di storia, con il passaggio al di sotto delle rovine del sito dove è stato prigioniero Riccardo I d’Inghilterra, noto anche con il nome di Riccardo Cuor di Leone. Un piccolo incidente coinvolge un atleta non vedente, David Erkinger, membro della squadra nazionale austriaca di Pararowing. Un colpo alla testa le cui conseguenze gli impediranno purtroppo di continuare a remare per le ultime tappe. L’approdo alla Ruder Union Melk di Durnstein, con l’equipaggio del Pararowing timonato da Monica Magini. Venerdì 31 luglio, la quarta e penultima tappa. Da Durnstein a Tulln gli atleti hanno percorso 45 chilometri, con l’attraversamento di una sola chiusa: 5 ore e 15 minuti affrontate dai vogatori con entusiasmo, nonostante il grande caldo, tornato prepotentemente a farsi sentire. Un solo bagno ristoratore dalla spiaggia, a circa dieci chilometri dall’arrivo.
L’arrivo
Tutti gli equipaggi sono entrati a Vienna il 1 agosto, inaspettatamente scortati da cigni bianchi, e dopo aver percorso i 33 chilometri della quinta e ultima tappa, da Tulln. Molto intenso il traffico navale nei pressi della capitale austriaca, circostanza che aveva fermato le barche a lungo all’ultima chiusa. Poi una sosta per l’ultimo bagno nel grande fiume a circa dieci chilometri dal traguardo e infine l’arrivo, con il pranzo viennese all’ombra del ciliegio secolare del Circolo di approdo, il Donauhort Ruderverein, circolo sportivo degli atleti austriaci che hanno preso parte alla regata. Una festa, che ha celebrato il sollievo dalla fatica e le grandi soddisfazioni che questo sport regala, soprattutto quando si fa bandiera di valori più alti.
A proposito di bandiere, si vince sempre per una bandiera. Quelle a sventolare sulle barche che hanno affrontato con successo la Discesa a remi del Danubio da Linz a Vienna erano tre: quella Italiana e quella Austriaca degli atleti Master e del Pararowing che hanno partecipato, e quella della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale che li ha appoggiati. Nel segno del lavoro di squadra più autentico, quello che non lascia indietro nessuno.