L’estremizzazione del clima, il surriscaldamento globale e le ripercussioni sociali ed economiche che tali fenomeni determineranno già nei prossimi decenni, sono ormai al centro delle agende di grandi organizzazioni sovranazionali, di Governi e imprese.
L’opinione pubblica ha fatto sentire la sua voce da tempo, in maniera più forte tra la fine dell’anno passato e questo inverno, con il movimento Fridays for future, ma anche con le elezioni del nuovo Parlamento europeo, con una grande affermazione dei partiti e movimenti verdi e delle tematiche relative al climate change e delle politiche a favore della decarbonizzazione.
Il mondo delle imprese e dell’industria, anche se in netto ritardo, ha deciso di partecipare alle tante azioni istituzionali che sono state annunciate, in alcuni casi già partite, tra cui quelle delle Nazioni Unite.
Anche i giganti delle telecomunicazioni di livello globale hanno annunciato la volontà di raggiungere più sfidanti obiettivi dal punto di vista del contrasto al climate change e del global warming.
Tante infatti le telcos che hanno aderito alla piattaforma green, in risposta alla “Call to action” delle Nazioni Unite, che si compone di diverse realtà imprenditoriali, tra cui Acciona, AstraZeneca, Banka BioLoo, BT, Dalmia Cement, Eco-Steel Africa, Enel, Hewlett Packard Enterprise, Iberdrola, KLP, Levi Strauss & Co., Mahindra Group, Natura & Co, Novozymes, Royal DSM, SAP, Signify, Singtel, Telefonica, Telia e Vodafone Group PLC, che rappresentano collettivamente oltre un milione di dipendenti di 17 settori industriali di 16 paesi e una capitalizzazione collettiva da 1.300 miliardi di dollari.
Gli amministratori delegati che si sono impegnati con la propria azienda in questa lotta, saranno invitati al Forum del settore privato del Global Compact delle Nazioni Unite nell’ambito dello UN Climate Action Summit del 23 settembre.
Il target principale è sempre lo stesso, il più sfidante: emissioni inquinanti zero entro il 2050 per raggiungere l’obiettivo della COP 21 di Parigi di rimanere sotto l’incremento di temperatura di 1,5°C entro il 2100 (rispetto ai parametri del periodo pre-industriale).
“Il cambiamento climatico è un problema globale, che richiede un’azione urgente da parte di tutti noi e i governi e le imprese devono guidare la carica“, ha affermato Chua Sock Koong, CEO del gruppo Singtel.
“Singtel ha portato avanti iniziative per rendere concreta e più rapida la transizione verso un futuro green per le nostre operazioni, un futuro fatto di energia pulita e resilienza”.
“Siamo stati la prima azienda in Asia, al di fuori del Giappone, ad annunciare obiettivi assoluti di riduzione del carbonio per il 2030, approvati dall’iniziativa Science based carbon target nell’ottobre 2017”, ha precisato Koong.
“Ora abbiamo approfondito il nostro impegno per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C ed emissioni zero entro il 2050. Riteniamo che questi sforzi promuoveranno l’efficienza energetica, l’innovazione e l’uso di energia rinnovabile all’interno dell’azienda, con il risultato di ampliare questo modello di crescita anche ai nostri partner e venditori”.
“La leadership climatica non è mai stata più importante di quanto non sia in questo momento, ed è stimolante vedere così tante aziende e marchi diversi spostare avanti coraggiosamente le loro ambizioni“, ha affermato Lise Kingo, CEO e Direttore esecutivo del Global Compact delle Nazioni Unite.
Gli impegni presi dalla piattaforma seguono il recente Rapporto dell’IPCC, che ha messo in guardia sulle conseguenze catastrofiche di un riscaldamento globale che superi i +1,5°C e si avvicini ai +2°C.
Mezzo grado centigrado sembra un’inezia, ma è una vera e propria bomba climatica.
Nazioni Unite e singoli Stati si impegnano ad offrire alle imprese la chiarezza e la fiducia necessarie per investire in modo decisivo nelle economie a zero emissioni di carbonio del prossimo futuro.
L’invito all’azione pubblicato a giugno è arrivato sotto forma di una lettera aperta indirizzata ai dirigenti d’azienda e firmata da 25 leader mondiali.