“No, non sono mai stato un fan di Facebook. Non sono mai stato un grande fan di Zuckerberg”. Bisogna riscovare l’intervista rilasciata a fine 2019 al New York Times per capire la possibile agenda tecnologica di Joe Biden, a partire dalla regolazione dei social network.
“Sono del parere che non solo dovremmo preoccuparci della concentrazione del potere nelle loro mani, ma dovremmo essere preoccupati anche per la mancanza di privacy. La Section 230 dovrebbe essere revocata, dovrebbe essere revocata immediatamente, come primo atto”, ha detto Biden nell’intervista.
La section 230 del Communications Decency Act è la norma del 1996, con Clinton alla Casa Bianca, che ha dato vita a Internet come lo conosciamo oggi. È stata, però, anche la fortuna di quelle società diventate oggi i big tech. La norma prevede che le piattaforme online non sono ritenute responsabili per i contenuti che i loro utenti pubblicano.
Le 22 parole che hanno cambiato Internet, fatto la fortuna dei big tech e che Biden vorrebbe cambiare
“Nessun fornitore e nessun utilizzatore di servizi Internet può essere considerato responsabile come editore o autore, di qualsiasi informazione fornita da terzi”, recita il comma Section 230.
“La section 230 dovrebbe essere revocata”, ha spiegato Biden, “perché Internet è cambiata… propaga fake news con consapevolezza: dovremmo stabilire degli standard non diversamente da come stanno facendo gli europei in materia di privacy. Non ci sarà alcun impatto editoriale su Facebook. Dovrebbe essere sottoposto alla responsabilità civile. Ma ad oggi, con l’attuale normativa, è irresponsabile. È totalmente irresponsabile”.
Vedremo se il presidente degli Stati Uniti si impegnerà a modificare le parole che hanno decretato il successo di Google, Apple, Facebook, Amazon, ecc… È il momento giusto per farlo, perché con la chiusura dei profili social di Trump, quando era in carica come presidente, si è, finalmente, aperto il dibattito su come governare il potere dei giganti del social network.
Va rivista la Section 230 e va favorita la concorrenza sul web, perché in questi anni abbiamo assistito alle killer acquisition, al “pigliatutto” dei big tech, che hanno potuto acquisire piccole società concorrenti. Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft: dal 1995 a oggi spesi 200 miliardi in acquisizioni. Così si azzera la concorrenza.
Si sa che sotto l’amministrazione Obama, il potere della Silicon Valley si è espanso notevolmente. Pochissime fusioni sono state bloccate.
“Su questo tema non era d’accordo con Obama. Gli dicevo sempre quello che pensavo, ma alla fine era lui a prendere la decisione”, ha risposto nel dicembre 2019 Biden al New York Times. Ora è lui a decidere. Vedremo come regolerà i giganti del web.
Banda ultra larga, nel piano di Biden 20 miliardi
La Federal Communications Commission (FCC) ha stimato in circa 80 miliardi di dollari il fondo per portare la banda larga a ogni famiglia statunitense. Secondo uno studio di Microsoft nel 2019 erano 162 milioni di cittadini Usa a non avere una connessione a banda larga. Il piano infrastrutturale di Biden prevede di impegnare 20 miliardi di dollari per espandere l’accesso a Internet ultrabroadband.