Grandi, troppo grandi, o piccoli, troppo piccoli. Le mezze misure non sembrano piacere a chi vuole ascoltare musica, o semplicemente fare una telefonata, mentre è fuori casa. Da una parte si vedono cuffie circumaurali dai colori sgargianti, con padiglioni enormi ed estetica in pieno stile anni Settanta/Ottanta, indispensabili per gli outfit dei giovani pronti alla prova di Instagram. Dall’altra i microscopici auricolari wireless che rischiano di cadere direttamente dall’orecchio, a meno di antiestetici ancoraggi, causando la disperazione di chi fino a pochi secondi prima li lodava proprio perché praticamente invisibili. Ma è la seconda varietà che nelle ultime settimane sembra aver preso il sopravvento – ancora non si sa se definitivo o meno – con una serie di nomi di primissimo piano: oltre ad Apple, che con i suoi AirPods ha di fatto reso gli auricolari true wireless sui 150-200 euro un oggetto di moda, anche la cugina Beats, Samsung, Sony, perfino Amazon e l’ultimissima arrivata, Microsoft.
Comodi e di qualità, gli auricolari 2019
Gli auricolari true wireless – vengono detti proprio così, davvero wireless, perché non hanno nemmeno il cavo che li collega l’uno all’altro – hanno indubbi vantaggi. Prima di tutto, grazie al Bluetooth, sono molto comodi, tanto che in molti se li dimenticano addosso (con buona pace degli interlocutori, impossibilitati a capire se vengano ascoltati o se stiano parlando con qualcuno intento a godersi l’ultimo disco di Lana Del Rey). Ormai arrivano quasi tutti con la loro comoda custodia che funziona anche da power bank, quindi basta riporli regolarmente nella loro scatola quando non si usano per averli sempre al 100% della carica (va da sé che bisogna ricordarsi di caricare di tanto in tanto la custodia).
La loro qualità audio può essere molto elevata, e grazie a un’integrazione sempre più raffinata con i vari dispositivi, in primo luogo smartphone e tablet, è possibile effettuare diverse operazioni sfruttando Internet mobile (su SosTariffe.it trovate tutte le offerte più convenienti di ottobre), come parlare con il proprio assistente vocale – Siri, Alexa, Google Assistant e così via – e dare dei comandi, dal fissare un appuntamento sulla propria agenda digitale a chiamare un contatto della rubrica.
I trend-setter: Apple e Beats
Apple, come si diceva, è forse la principale responsabile, con gli AirPods, dell’aver reso popolari e alla moda gli auricolari true wireless, pur non essendo certo stata la prima a proporli. Ma gli AirPods sono piaciuti fin da subito: piccoli, con un form factor unico (la stanghetta verso l’esterno, nell’inconfondibile bianco Apple), un’ottima qualità audio e un’eccezionale integrazione con iOS, lontana anni luce dai complicati pairing Bluetooth della concorrenza dell’epoca. Per molti però ora gli AirPods – che con la loro seconda versione non hanno mostrato miglioramenti davvero significativi – sono un po’ datati; non è un caso che ora in molti si siano orientati sui Beats PowerBeats Pro, prodotti dall’azienda di Dr. Dre acquistata da Apple qualche anno fa. Questi auricolari sono nati per il fitness e per questo molto più stabili nell’orecchio degli AirPods (è quasi impossibile farli cadere, neanche con i movimento più violenti), con una superiore durata della batteria e una qualità sonora abbastanza inaspettata per i molti che considerano il marchio Beats molto modaiolo, ma non certo eccelso sotto questo punto di vista. Il difetto? Una custodia grande più o meno come un mouse.
Che cosa propongono Samsung e Amazon
E Samsung? I Galaxy Buds sono tra i meno cari auricolari true wireless, ma garantiscono ugualmente un’ottima qualità sonora (bassi profondi e un soundstage piuttosto ampio) e sono, di fatto, “gli AirPods per chi ha Android”, e per questo di fatto molto poco appetibili per chi ha un iPhone. Gli utenti Samsung, invece, con i Buds trovano i compagni perfetti per il proprio cellulare, con un design accattivante e un’ottima tenuta. La concorrenza può essere rappresentata dagli Echo Buds di Amazon, presentati pochi giorni fa insieme alle nuove iterazioni dei prodotti che supportano Alexa (con tanto di incidente diplomatico, visto che il SVP di Amazon Dave Limp, subito dopo la presentazione, ha concesso un’intervista a Bloomberg con gli AirPods nelle orecchie). Gli Echo Buds costano infatti relativamente poco – il prezzo previsto per il mercato americano, quando arriveranno sul mercato il prossimo ottobre, è di 130 dollari – e sono tra i pochi in questa fascia di prezzo a implementare una tecnologia noise canceling, cioè a cancellazione di rumore, che i dispositivi Apple non hanno e assicurano un perfetto isolamento rispetto all’ambiente esterno. In più, si tratta di una feature che arriva direttamente dai più grandi esperti in questo ambito, ovvero i tecnici di Bose, garanzia di un suono pulito e di qualità. Anche i Buds hanno la loro pratica custodia di ricarica e non possono non integrare Alexa, l’assistente vocale che ormai è presente dappertutto per chi possiede dispositivi a marchio Amazon.
La novità di Microsoft
Infine, i Surface Earbuds sono stati presentati da Microsoft insieme alla nuova schiera di prodotti Surface nell’evento del 2 ottobre, guadagnandosi il titolo di primi veri auricolari true wireless della casa di Redmond. Verranno commercializzati a fine anno per un prezzi di 249 dollari, e sembrano puntare – senza ovviamente tralasciare le qualità audio per chi vuole ascoltare musica – a manager e uomini d’affari, con un’eccellente performance nelle telefonate e un sistema di riconoscimento vocale che promette grande accuratezza. Sono dotati di tecnologia noise-canceling (grazie ai due microfoni costruiti in ciascun auricolare), e, pur non essendo propriamente invisibili – assomigliano curiosamente a dei grossi bulloni rotondi, con un bizzarro effetto “mostro di Frankenstein” quando li si indossa – sono nati per essere indossati tutto il giorno, con più di 24 ore di durata della batteria grazie all’immancabile custodia.
Il sistema di gesti che li governa, secondo quanto dichiarato da Robin Seiner, VP Corporate dei device Microsoft, renderà inutile utilizzare lo schermo per le operazioni più comuni, come ad esempio aprire Spotify: basterà un tocco nel punto giusto degli auricolari. In più i Surface Earbuds sono stati progettati per essere integrati con Office, e avranno funzionalità speciali come la possibilità di passare da una slide all’altra di una presentazione PowerPoint con un tocco (certo, ci sarà da vedere se il gesto non rischierà di sembrare uno strano tic di chi sta parlando).