Stati Uniti beffati. Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, non può essere estradato, per le accuse di spionaggio e pirateria informatica, dal Regno Unito agli Stati Uniti a causa di problemi di salute mentale. A deciderlo la giudice distrettuale Vanessa Baraitser del tribunale centrale penale. (Scarica la sentenza in PDF).
Il motivo della decisione: “Se estradato negli Stati Uniti Assange si suiciderebbe”
La giudice distrettuale di Londra, Baraitser, durante l’udienza di questa mattina ha illustrato le prove dell’autolesionismo di Assange e dei suoi pensieri suicidi ed ha dichiarato: “L’impressione generale è di un uomo depresso e talvolta disperato, timoroso per il suo futuro“.
Se estradato in un carcere negli Stati Uniti, Assange si suiciderebbe, questo il motivo principale, per il quale la giudice ha respinto la richiesta del governo americano. “…trovo che il rischio di suicidio per Assange, se dovesse essere emesso un ordine di estradizione, sia sostanziale”, ha decretato la giudice.
I difensori di Assange: “Chiederemo libertà su cauzione”
Il governo di Washington ha ora 14 giorni di tempo per ricorrere contro la sentenza e il rappresentate legale dell’ambasciata Usa ha già preannunciato che lo farà. Intanto la difesa dell’hacker australiano ha fatto sapere che chiederà la libertà su cauzione del suo cliente. Infatti, per ora Assange resta in custodia in attesa dell’indicazione – in giornata – di una cauzione sulla base della quale potrà essere scarcerato nelle prossime ore, in modo da aspettare l’esito dei possibili ricorsi da libero cittadino.
Negli Usa Assange rischia fino a 175 anni di carcere
Assange negli Usa è accusato di spionaggio e pirateria per aver contribuito a svelare file riservati americani relativi fra l’altro a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq. È accusato di cospirazione per aver ottenuto illegalmente quei documenti e in base ai 18 capi di accusa se condannato negli Stati Uniti, rischia una possibile pena fino a 175 anni di carcere, hanno detto i suoi avvocati.
Gli Stati Uniti vorrebbero processare il 49enne Assange per spionaggio, dopo la pubblicazione di migliaia di documenti classificati nel 2010 e nel 2011. Gli Stati Uniti affermano che le fughe di notizie di cui Assange si sarebbe reso responsabile hanno violato la legge Usa e messo in pericolo vite umane.
Fnsi: “Vittoria per la libertà di informazione”
“Si tratta di una vittoria per chiunque, nel mondo, abbia sottoscritto gli appelli per la sua liberazione. La sua estradizione sarebbe stato un duro colpo per la libertà di informazione, ma anche per coloro che hanno finto di non vedere e di non sapere“. Così hanno commentato la sentenza Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana (FNSI).
«Sarà il caso – hanno aggiunto – di non dimenticare che chi ha rivelato al mondo il contenuto di dossier falsificati al solo fine di provocare guerre, terrore, invasioni militari è ancora costretto a vivere recluso, mentre i falsificatori non hanno mai dovuto rispondere delle loro azioni di fronte a nessun tribunale, neppure a quelli internazionali“.