L’Antitrust europea apre un nuovo caso nei confronti di Amazon con l’accusa di pratiche anticoncorrenziali. In particolare, sotto indagine finisce il modo in cui il marketplace gestisce i dati di terze parti, che secondo la Commissione Ue potrebbero essere sfruttati per favorire gli stessi prodotti del gigante dell’eCommerce.
La replica
Amazon dal canto suo nega ogni addebito: “Non siamo d’accordo con le affermazioni preliminari della Commissione europea e continueremo a impegnarci per assicurare un’accurata comprensione dei fatti – si legge nella nota aziendale – Amazon rappresenta meno dell’1% del mercato al dettaglio globale e ci sono rivenditori più grandi in tutti i paesi in cui operiamo. Nessuna azienda più di Amazon si occupa delle piccole imprese o ha fatto di più per supportarle negli ultimi due decenni. Ci sono più di 150.000 aziende europee che vendono attraverso i nostri stores, le quali generano decine di miliardi di euro di ricavi ogni anno e hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
Vestager in azione
L’annuncio dell’apertura del caso è stato fatto oggi da Margrethe Vestager, commissario Ue per la Concorrenza responsabile del digitale e vicepresidente esecutivo, e arriva dopo un anno di indagini sul doppio ruolo di Amazon nel mercato online come piattaforma ospite per i rivenditori di terze parti e come retailer digitale autonomo. L’accusa è che la società fondata da Jeff Bezos distorca la concorrenza sfruttando la sua posizione di dominanza nei confronti dei player più piccoli che ospita sulla sua piattaforma.
Le condotte contestate
Gli inquirenti si sono concentrati su come Amazon usa i dati non pubblici di commercianti di terze parti per favorire in maniera illegale i suoi prodotti, nonché su come i dati vengono utilizzati per visualizzare le merci in un cosiddetto “Buy box” di prodotti che si trova in primo piano nel negozio online dell’azienda.
Lo scorso anno più della metà della merce venduta su Amazon è stata di terze parti.
Un secondo filone di indagine
In aggiunta, La Commissione ha aperto una seconda inchiesta sul possibile trattamento preferenziale delle offerte di Amazon e di quelle dei venditori sul mercato che utilizzano i servizi di logistica e consegna della società. Nello specifico, l’indagine avrà lo scopo di analizzare in che modo Amazon seleziona i rivenditori predefiniti per un determinato prodotto quando gli utenti cliccano sull’articolo per acquistarlo. Secondo l’accusa, i prodotti del colosso eCommerce e dei soggetti che pagano un extra per i servizi Amazon hanno una maggiore probabilità di essere selezionati.
Sentenza attesa nel 2021. Multa potenziale di 28 miliardi
La sentenza del caso è attesa per il prossimo anno. In caso di verdetto di colpevolezza per Amazon, l’azienda dovrà modificare le sue pratiche commerciali e subirà una multa fino al 10% delle sue entrate globali annue che nel 2019 hanno raggiunto 280,5 miliardi di dollari e potrebbe toccare quindi i 28 miliardi di dollari.