Key4biz. La nomina dei due collegi di Agcom e del Garante privacy, oggi in prorogatio, sollecita alcune considerazioni sul funzionamento delle Authority. In generale lei come cambierebbe le autorità regolatorie?
Alessandro Morelli. Attualizzandole. Sono Autorità fondamentali per il funzionamento democratico del Paese, ma sono piuttosto datate, pensate oltre due decenni fa con un contesto di mercato del tutto differente e con una potenza tecnologica dei giorni nostri che negli anni ’90, del secolo scorso, non era neanche immaginabile. Ecco perché occorre pensare a un’evoluzione delle Authority per adeguarle alle sfide tecnologiche del prossimo decennio. Ad oggi il rischio è che siano strutture inadeguate alle necessità dei cittadini nel prossimo futuro. Ancora una volta, aggiungerei, non servono ‘carrozzoni’ o apparati burocratici, ma strutture capaci di interpretare il mercato e trovare soluzioni che abbiano capacità di previsione sugli sviluppi futuri.
Key4biz. E allora da dove cominciare?
Alessandro Morelli. Gestione dei dati e regole, ora tutto deve essere rivisto nell’ottica della comunità, anzi delle comunità nelle quali viviamo e operiamo. Solo così temi come il 5G riusciranno a far breccia sugli italiani, perché a quel punto saremo tutti responsabili e consapevoli di quello che si sta costruendo. Quanto alla comunità, mi lasci dire, quella degli specialisti, che si occupano dei temi tecnologici a noi cari, devono fare un atto di umiltà e parlare con semplicità all’opinione pubblica.
Key4biz. Ad oggi qual è il messaggio che sul 5G è passato all’opinione pubblica?
Alessandro Morelli. Il motivo ricorrente con cui è stato raccontato prima il 4G e oggi il 5G è stato quello della velocità quasi fine a se stessa. Scaricare un film in poco tempo non cambia di molto la nostra qualità di vita, eppure esperti del settore ed operatori hanno focalizzato l’attenzione su questo e altri aspetti analoghi. Da questo si evince l’incapacità di comunicare all’opinione pubblica gli innumerevoli vantaggi che, invece, il 5G è capace di apportare alla nostra vita quotidiana, migliorando i servizi e conferendo alle nostre attività giornaliere efficienza e nuove soluzioni innovative fino a poco tempo fa impensabili.
Key4biz. A luglio, lei ha presentato un pacchetto di proposte di legge sulle nuove frontiere del digitale e delle Tlc. Tra queste la nascita del cloud nazionale per i dati della pubblica amministrazione gestito da una nuova Agenzia. Perché?
Alessandro Morelli. Trovo sconcertante che nessuno si sia posto il problema di gestire in sicurezza e con trasparenza i dati della pubblica amministrazione. Oggi molte amministrazioni pubbliche sono costrette ad affidare i dati, anche quelli sanitari, a cloud gestiti da multinazionali perché non esiste una ‘cassaforte online e pubblica’.
Certo i dati affidati a grandi multinazionali godono di un alto livello di sicurezza, sono meno esposti al rischio di furti, ma non abbiamo tutte le certezze e le garanzie di una gestione realmente trasparente e quindi democratica.
Con la mia idea di un cloud nazionale pubblico, gestito da una nuova Agenzia, gli enti pubblici, centrali e locali, non saranno più costretti a rivolgersi solo alle società private per la conservazione e la gestione dei loro dati, ma anche allo Stato, che avrà, inevitabilmente, una cura differente nel proteggere e tutelare l’integrità dei dati dei cittadini e la trasparenza sui loro usi, che quando effettuata con finalità civiche consentirà un’ottimizzazione dei costi e strumenti di maggior conoscenza per il miglioramento della qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini.