Network sharing, una pratica sempre più diffusa per ottimizzare gli investimenti del 5G, che vede il nostro paese apripista dopo i 6,5 miliardi di euro spesi un anno fa per le frequenze. Due gli accordi di condivisione infrastrutturale siglati prima dell’estate, uno Tim-Vodafone e l’altro Fastweb-Wind Tre. Sul fronte alleanze, al momento sembra invece un po’ fuori dai giochi Iliad. Davvero l’operatore francese vorrà avventurarsi in solitaria nella realizzazione di una rete proprietaria?
Network sharing
Network sharing, una pratica che promette risparmi di investimenti e ottimizzazioni infrastrutturali alle telco coinvolte in accordi un tempo tabù, anche se ormai l’alleanza fra competitor è trasversale, investe diversi settori oltre alle Tlc, come i media (l’accordo Sky-Dazn per la Serie A) per non parlare della politica, con il varo del nuovo governo Conte bis.
Nel caso di Fastweb e Wind Tre, l’accordo sulla rete unica 5G garantisce ai due player di migliorare le rispettive performance e coperture su rete mobile e fissa.
Nell’ambito dell’accordo, Wind Tre fornirà progressivamente a Fastweb servizi di roaming sulla propria rete (4G e tecnologie precedenti) che così estenderà a livello nazionale la copertura dei propri servizi mobili. Allo stesso tempo, Fastweb fornirà a Wind Tre l’accesso wholesale alla propria rete FTTH e FTTC, aumentandone la capacità di offrire connessioni ultra-broadband ai propri clienti di rete fissa.
Anche grazie a questo accordo, Fastweb ha ricevuto a fine luglio dal Mise la quinta licenza da operatore mobile nazionale. Un cambiamento sostanziale rispetto allo status di operatore virtuale ricoperto in precedenza.
Come intende procedere Iliad?
Considerato questo trend, resta da capire come intende procedere Iliad. La low cost francese è l’unico player dell’arena del mobile rimasto un po’ defilato sul fronte delle alleanze.
Nessun accenno alle strategie sul 5G è stato fatto da Iliad in occasione della trimestrale appena annunciata, con 4 milioni di clienti nel nostro paese. Il ritmo di crescita dei nuovi abbonamenti sta rallentando, dopo la partenza a razzo dei primi mesi a maggio 2018. Anche i ricavi italiani dell’operatore francese, seppur in crescita, segnano un certo rallentamento in un mercato dove i margini sono risicati rispetto a quelli di qualche anno fa in Francia, dove peraltro Iliad è operativa anche nel fisso.
La concorrenza di ho e Kena Mobile nel segmento di fascia bassa si fa certo sentire, così come il win back di clienti dopo l’exploit inziale, soprattutto da parte di Wind Tre.
Resta quindi da capire in che modo Iliad intende muoversi (da sola?) per realizzare la sua rete 5G di proprietà, visti gli ingenti investimenti necessari.
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