Il 5G uno dei temi di discussione dell’Assemblea annuale di Anci in corso ad Arezzo, per due motivi. Perché per realizzare la tecnologia mobile di quinta generazione è necessario che la rete raggiunga una copertura del 100% del territorio per garantire connessioni ultraveloci ovunque, anche nei piccoli Comuni, con la stessa qualità di servizio in termini di velocità e latenza. La seconda ragione è offrire ai sindaci l’occasione di ricevere un’informazione corretta sulla tecnologia mobile di quinta generazione.
Ai sindaci si è rivolto Luigi Gubitosi, Ad Tim, proponendo una mappatura per connettere entro due anni le zone non coperte. “Tim è pronta a lanciare un piano per la totale connettività del territorio nazionale alla rete Internet in collaborazione con l’Anci”, ha detto Gubitosi, che ha promesso: “Entro due anni potrebbero essere così eliminate una volta per tutte quelle zone presenti nei Comuni dove non c’è un’efficiente copertura della rete”. Oltre alla “proposta-impegno”, l’Ad di Tim ha sottolineato i vantaggi del 5G: “È una discontinuità tecnologica importante, nel senso che è un miglioramento estremamente significativo e quindi rappresenta un’opportunità di far ripartire gli aspetti tecnologici e dare un’opportunità di diffondere la Rete a costi minori sul territorio con nuove tecnologie come Fwa“. (Key4biz ha assistito alla demo live del 5G FWA di Fastweb, ecco come funziona)
Pisano, ministra dell’Innovazione: “Fibra e 5G non sufficienti a connettere l’Italia. Puntare anche sulle tecnologie satellitari”
“Non è possibile installare la fibra in tutto il Paese, per questo serve il 5G per la connettività del Paese. Ci aiuta perché è una connettività sicura, molto sicura, difficile da bucare, e ci aiuta per l’IoT, per la miriade di dati che si genereranno nel nostro Paese”, così ha iniziato l’intervento Paola Pisano, ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, all’Assemblea annuale di Anci.
“Fibra e 5G, ma non solo”, ha aggiunto, “perché insieme non riusciranno a coprire la Penisola al 100%. Occorre prendere in considerazione anche le tecnologie satellitari, come sta facendo l’Inghilterra. Solo così si potrà arrivare alla copertura totale della rete in Italia”.
Infine, ai circa 20 sindaci che hanno deciso di dire no alle antenne 5G, la ministra ha detto: “Noi siamo favorevoli al 5G, perché consente all’Italia di essere competitivi in Europa. Sulle problematiche relative alle onde elettromagnetiche, io dico sempre ‘Se si ha paura delle onde elettromagnetiche, la prima fonte che si dovrebbe spegnere è il sole”.
Guindani (Asstel): “Fondamentale cultura digitale e corretta informazione ai cittadini su 5G“
“Più servizi ai cittadini, più collaborazione con le pubbliche amministrazioni, più opportunità per le imprese e le comunità locali, anche remote, grazie alle reti di telecomunicazioni ultra-broadband in fibra e 5G. Questa la sfida raccolta dalle imprese di telecomunicazioni insieme ai Comuni italiani”. Lo ha detto Pietro Guindani, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, nel corso dell’Assemblea nazionale di Anci.
“Da una collaborazione completamente nuova tra i Comuni, gestori di reti fisse e mobili, enti di ricerca, università e imprese, stanno scaturendo continuamente nuove applicazioni le cui potenzialità sono ogni giorno più evidenti e concrete” ha proseguito Guindani, indicando che “il ruolo dei Comuni, in particolare, nell’esprimere una domanda di servizi adatti allo specifico territorio è un elemento imprescindibile dei processi di trasformazione digitale”. “Così”, ha concluso, “come è fondamentale affrontare il nodo della cultura digitale dei cittadini italiani, gli investimenti privati, i processi di semplificazione e la condivisione con i cittadini per una corretta informazione sulle tecnologie”.
Per approfondire:
Ma se i Comuni dicono di no al 5G, dovranno rinunciare a una pluralità di servizi innovativi e vantaggiosi. Ecco quali. (Leggi: 5G, che cosa non si potrà fare nei comuni che bloccano le antenne).