Il Golden Power è stato esteso dal Governo anche alle reti 5G, ma della norma varata ieri dal Consiglio dei ministri non c’è ancora traccia ufficiale, per evitare lo sgarbo istituzionale con il presidente cinese Xi Jinping oggi in Italia dalle ore 19 per firmare sabato il Memorandum of understanding con il premier Giuseppe Conte a Villa Madama. Per questo motivo la norma è stata varata “salvo intese”, perché la conferma ufficiale e il testo potrebbero non vedersi fino alla firma dell’intesa sulla nuova Via della Seta. E sabato è la scadenza per la pubblicazione in Gazzetta del decreto Brexit, nel quale è stato inserito il rafforzamento della norma che tutela la sicurezza nazionale: la notifica ufficiale delle regole Brexit per operatori e cittadini deve precedere infatti di almeno tre giorni la data dell’eventuale no deal oggi ancora fissata al 29 marzo.
Il Golden Power sul 5G: ‘obbligo di notifica per le aziende non europee’
Dunque, oltre a contenere le misure dirette a disciplinare le conseguenze del possibile recesso del Regno Unito dall’Unione europea, il decreto amplia i nuovi indirizzi sul Golden Power con particolare riferimento allo sviluppo della tecnologia 5G.
Nel dettaglio la norma, voluta soprattutto dalla Lega e in particolare dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, considerando “la rete 5G la struttura portante della nostra infrastruttura digitale… estende l’obbligo di notifica già previsto” dal Decreto legge 21 del 2012 del Governo Monti “anche agli acquisti da parte di imprese, pubbliche o private, aventi ad oggetto beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione delle reti di comunicazione elettronica basate sulla tecnologia 5G, quando posti in essere con soggetti esterni all’Unione europea”. La norma rende quindi obbligatoria la notifica da parte di aziende non europee quando sono intenzionate ad entrare nella progettazione o gestione della rete 5G.
Di Maio illustra la norma all’ambasciatore Usa
Un chiaro scudo per consentire al Governo italiano di esercitare nei confronti dei colossi Tlc non europei i poteri speciali che consentono di blindare una società o un asset qualora sia in pericolo l’interesse nazionale sulle reti 5G. Un assist agli Usa e alla sua campagna anti Tlc cinesi (che, invece, nel resto d’Europa si sta sgonfiando). Ieri Luigi Di Maio, per tranquillizzare Washington sul tema, ha incontrato l’ambasciatore americano Lewis Eisenberg a cui ha illustrato la nuova norma varata per il Golden Power, in vista del suo prossimo viaggio negli Stati Uniti.
Viceministro degli Esteri cinese: ‘Pechino chiede alle aziende cinesi che operano all’estero il rispetto pratiche di business e cornice legale del Paese in cui lavorano’
Ecco la posizione del viceministro degli Esteri cinese, Wang Chao, che ha voluto dissipare le critiche riguardanti la cooperazione nel settore delle telecomunicazioni e dello sviluppo delle reti 5G. Italia e Cina hanno già “una forte cooperazione” nel settore delle telecomunicazioni e le compagnie cinesi “hanno contribuito all’innovazione e allo sviluppo digitale dell’Italia”, ha detto, rimarcando che Pechino chiede alle proprie aziende che operano all’estero il rispetto delle pratiche di business e della cornice legale del Paese in cui si trovano.
La Cina, ha aggiunto Chao, “continuerà a sostenere le aziende nella cooperazione nell’innovazione in Italia”. E ancora: “La nostra cooperazione nel 5G”, ha concluso il viceministro degli Esteri cinese,“sarà un riferimento importante e la Cina continuerà a sostenere questa cooperazione”.