Molti servizi di video on-demand ormai forniscono un numero sempre maggiore di contenuti in Ultra Alta Definizione (4K) che richiedono ovviamente maggiore capacità di banda.
La tv 4K offrendo infatti una risoluzione video decisamente superiore e deve poter contare su connessioni performanti.
Eutelsat è già in prima linea per offrire i propri servizi satellitari a broadcaster e Over-The-Top nella diffusione del 4K.
Sempre Eutelsat fa sapere che gli europei sono disposti a pagare fino a 10 euro al mese per avere il 4K. E l’industria si sta muovendo velocemente per coprire le nuove esigenze sul fronte consumer.
Le vendite di televisori Ultra HD stano aumentando rapidamente. Secondo le stime di IHS, nel 1° trimestre 2015 sono state di 4,7 milioni di unità a livello globale – circa il 400% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il tutto mentre si registra una contrazione di circa il 2% anno su anno delle vendite di televisori.
Un dato questo che ha portato alla riduzione dei prezzi per gli apparecchi 4K. Non stupisce quindi che le previsioni di Futuresource indichino che i televisori 4K costituiranno il 42% del mercato globale entro il 2018.
Il motivo per cui la Tv 4K avrà un impatto sulla esigenza di larghezza di banda è semplice: nel breve e medio termine la maggior parte dei contenuti Ultra HD sarà trasmesso in streaming sul web.
Netflix e Amazon stanno aprendo la via offrendo serie tv, come per esempio l’ormai nota House of Cards, e diversi film prodotti dai grandi studios cinematografici in Ultra HD.
A conferma di ciò, dal 2014 tutti i contenuti di Amazon Studios sono stati girati in 4K.
Nel Regno Unito, per esempio, BT ha appena lanciato un canale sportivo in Ultra HD dove vengono trasmesse le partite della Premiere League e il MotoGP.
Netflix sbarcherà in Italia il mese prossimo e oggi l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, ha indicato che sarà disponibile “a fine ottobre l’offerta commerciale per accedere ai contenuti attraverso Tim“. Netflix si avvarrà della rete in fibra ottica della telco italiana.
Ma qual è l’ampiezza di banda necessaria per il 4K?
Le stime di capacità richiesta per lo streaming in Ultra HD variano da broadcaster a broadcaster e dipendono dalle tecniche di compressione utilizzate.
BT raccomanda ai propri abbonati che abbiano un minimo di 44 Mbps mentre Netflix ne richiede almeno 25 Mbps.
UMAX in Corea riesce a garantire contenuti in 4K a 32 Mbps.
Ma andare al di sotto di una certa soglia di compressione rischia di far perdere la qualità delle immagini che i consumatori paganti si aspettano. Nessuno vorrebbe vedersi rovinato il piacere della visione di un film in 4K da problemi di bufferig o di scomposizione dei pixel.
Un altro problema da considerare è che le connessioni broadband di casa non gestiscono un unico flusso Ultra HD.
La maggior parte delle abitazioni hanno più pc, tablet e smartphone usati da diversi membri della famiglia per accedere a internet, videochiamare, e guardare l’IP o l’Ultra HD tv.
Prendiamo il caso di una famiglia di quattro persone che usano tutti i loro device allo stesso tempo, possiamo notare come le esigenze di ampiezza di banda crescano rapidamente per avvicinarsi agli 80-90 Mbps.
Il divario di banda
Attualmente negli Stati Uniti la velocità media di connessione è di 11 Mbps ben al di sotto del nuovo obbligo di velocità minima di download richiesta dalla FCC che è di 25 Mbps.
Nel Regno Unito il governo definisce banda larga superveloce quella a più di 24 Mbps.
Chiaramente c’è un gap tra l’ampiezza di banda reale e quella necessaria che sta aumentando con il crescere dell’uso del 4K.
Come agire?
Gli operatori sono alla ricerca di diverse soluzioni per colmare questo divario, investendo per esempio in tecnologie g.fast per accelerare sul rame anche se pare che la migliore soluzione per il lungo periodo resti la fibra ottica che garantirebbe la visione in 4K anche in caso tutta la famiglia fosse collegata per guardare i propri canali in Ultra HD.
Lasciando inoltre capacità ulteriore per il normale accesso a internet degli utenti e da un crescente numero di dispositivi connessi all’Internet of Things.
Il 4K non è la fine dell’evoluzione della tv.
Si prevede infatti che le Olimpiadi di Tokyo del 2020 saranno trasmesse in 8K e Samsung avrebbe già in cantiere la produzione di schermi in 11K per il futuro.
Questo evidenzia ancora di più la necessità di trovare soluzioni adeguate che rispondano alle nuove esigenze dei consumatori e all’evoluzione dell’industria tv.